Recensione "7-7-2007" di Antonio Manzini

venerdì 9 dicembre 2016

Titolo: 7-7-2007
Autore: Antonio Manzini
Pubblicato: 2016
Editore: Sellerio Editore
Genere: Romanzo giallo
Pagine: 3
Ebook: € 9,99               
Cartaceo: € 14,00





Sinossi:

 "Lo sai cosa lasciamo di noi? Una matassa ingarbugliata di capelli bianchi da spazzare via da un appartamento vuoto". Rocco Schiavone è il solito scorbutico, maleducato, sgualcito sbirro che abbiamo conosciuto nei precedenti romanzi che raccontano le sue indagini. Ma in questo è anche, a modo suo, felice. E infatti qui siamo alcuni anni prima, quando la moglie Marina non è ancora diventata il fantasma del rimorso di Rocco: è viva, impegnata nel lavoro e con gli amici, e capace di coinvolgerlo in tutti gli aspetti dell'esistenza. Prima di cadere uccisa. E qui siamo quando tutto è cominciato. Nel luglio del 2007 Roma è flagellata da acquazzoni tropicali e proprio nei giorni in cui Marina se ne è andata di casa perché ha scoperto i "conti sporchi" di Rocco, al vicequestore capita un caso di bravi ragazzi. Giovanni Ferri, figlio ventenne di un giornalista, ottimo studente di giurisprudenza, è trovato in una cava di marmo, pestato e poi accoltellato. Schiavone comincia a indagare nella vita ordinata e ordinaria dell'assassinato. Giorni dopo il corpo senza vita di un amico di Giovanni è scoperto, in una coincidenza raccapricciante, per strada. Matteo Livolsi, questo il suo nome, è stato finito anche lui in modo violento ma stavolta una strana circostanza consente di agganciarci una pista: non c'è sangue sul cadavere. Adesso, l'animale da fiuto che c'è dentro Rocco Schiavone può mettersi, con la spregiudicatezza e la sete di giustizia di sempre, sulle tracce "del figlio di puttana"...

La mia recensione: 

La storia è il proseguo di "Era di maggio".
Non sono giorni facili per il vice questore Rocco Schiavone. L'assassino di Adele Talamonti, fidanzata dell'amico Sebastiano, non è ancora stato arrestato. L'omicidio della ragazza, ospite in casa sua, ha suscitato inevitabilmente l'interesse della questura e il vice questore, pressato dai suoi superiori per fornire un movente all'attentato, deve tornare a fare i conti con il suo passato più doloroso. La narrazione si sposta quindi su un altro piano temporale, nell'estate di alcuni anni prima quando tutto ebbe inizio.
Roma, giugno 2007, Marina non è il fantasma che abbiamo conosciuto nei libri precedenti. E' innamorata tanto quanto lo è Rocco di lei, ma avendo scoperto alcuni "comportamenti illeciti" del marito si allontana. Rocco, nella grande casa romana, solo senza Marina è smarrito ma non c'è tempo per abbattersi. Il cadavere di un ragazzo di vent'anni, Giovanni Ferri, viene ritrovato in una cava di marmo e qualche giorno dopo quello di Matteo Livolsi, amico di Giovanni, verrà abbandonato in una stradina del centro. Le indagini di Schiavone portano sulla pista dei narcotrafficanti, ma un epilogo inaspettato attende il vicequestore.
Ho iniziato a leggere il primo libro di Manzini per caso, era tra i libri da leggere in un gioco a cui sto partecipando. Direi che è stato amore a prima lettura, nel giro di un mese li ho "divorati" tutti e cinque. L'attrazione letteraria suscitata in di me da Rocco Schiavone non credo l'abbia mai esercitata nessun altro personaggio. Questo poliziotto anticonformista e tormentato mi ha decisamente travolto. Non ho potuto far altro che lasciarmi trasportare dalle sue vicende fino ad arrivare ad  avere compassione per il suo dolore personale, quasi fosse un parente o un amico caro. L'affetto che suscita Schiavone è sincero quanto lui che, malgrado il suo andare controcorrente e l'essere un'adorabile mascalzone, riesce sempre ad essere coerente con se stesso e leale. Senza dubbio un personaggio riuscito Rocco Schiavone, uno di quelli che quando hai finito di leggerli un po' li conosci e ne senti quasi la mancanza.
Un libro intenso e doloroso insieme quest'ultimo di Manzini non solo per la storia in sé, ma anche per la consapevolezza che per leggere il seguito si dovrà attendere purtroppo. A noi "povere mortali" non resta altro da fare che sospirare.

Il mio giudizio è 4 stelle e mezzo su cinque.

Un ringraziamento personale ad Antonio Manzini per averci regalato un personaggio come questo.  

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