Recensione "Era di maggio" di Antonio Manzini

mercoledì 30 novembre 2016

Titolo: Era di maggio
Autore: Antonio Manzini
Pubblicato: 23 luglio 2015
Editore: Sellerio Editore
Genere: Romanzo giallo
Pagine: 381
Ebook: € 9,99               
Cartaceo: € 14,00




Sinossi: 

Era di maggio prende il via tre giorni dopo gli eventi che concludono il precedente romanzo, Non è stagione. Perché l’indagine che lì si era aperta non si è ancora conclusa. C’è poi il fatto più grave, l’assassinio di Adele, una cara amica del vicequestore, uccisa da un killer mentre dormiva nel letto di Rocco. Costretto a scavare nel proprio passato il vicequestore cercherà di chiudere il cerchio una volta per tutte.
«Mettilo agli atti, Italo. In una notte di maggio, alle ore una e dieci, al vicequestore Rocco Schiavone piomba addosso una rottura di decimo grado!». Gli agenti del commissariato di Aosta, che stanno imparando a convivere con la scorza spinosa che ricopre il suo cuore ferito, scherzano con la classifica delle rotture del loro capo, in cima alla quale c’è sempre il caso su cui sta indagando. Ma Rocco è prostrato per davvero. Una donna è morta al posto suo, la fidanzata di un amico di Roma, «seccata» da qualcuno che voleva colpire lui. E quando esce dalla depressione si butta sulle tracce di quell’assassino tra Roma ed Aosta, scavando dolorosamente nel proprio passato, alla ricerca del motivo della vendetta, un viaggio nel tempo che è come una ferita che si apre su una piaga che non ha ancora smesso di sanguinare. Però le rotture sono solo cominciate: un altro cadavere archiviato all’inizio come infarto. Un altro viaggio che si inoltra stavolta nel presente dorato della città degli insospettabili.
In questo quarto romanzo, prosegue la serie dei polizieschi scabri, realistici e immersi nell’amara ironia di Rocco Schiavone.
Ma in realtà, attraverso le diverse avventure di un poliziotto politicamente scorretto, si svolge un unico racconto. Il racconto della vita di un uomo che si scontra con la impunita e pervasiva corruzione del privilegio sociale, nel disincanto assoluto dell’Italia d’oggi. 

La mia recensione: 

"Era di maggio", quarto romanzo di Antonio Manzini con protagonista il vicequestore Schiavone, è il diretto prosieguo di "Non è stagione".  
L'indagine sul rapimento di Chiara Berguet viene risolta con successo da Schiavone con il ritrovamento della ragazza e l'arresto di Domenico Cuntrera colpevole, oltre che del rapimento, dell'omicidio di Cristiano Cerruti, braccio destro del padre di Chiara, e strozzinaggio nei confronti dell'azienda della famiglia Berguet. Contemporaneamente la vendetta di Enzo Baiocchi, il galeotto evaso di prigione, viene portata a termine purtroppo sulla persona  sbagliata. Il bersaglio, inutile dirlo era Schiavone, a morire invece è stata Adele Talamonti, fidanzata dell'amico Sebastiano, che era ospite a casa del vicequestore. 
La morte della donna riapre in Rocco ferite dolorose, ma il desiderio di trovare il colpevole lo farà comunque reagire dallo sconforto in cui è precipitato. 
Le "rotture" di decimo grado sono destinate a moltiplicarsi per il vicequestore. Infatti, mentre Rocco scorre i possibili responsabili dell'omicidio di Adele cercando tra i peggiori personaggi del suo passato, nel carcere dove è rinchiuso da pochi giorni Domenico Cuntrera sarà trovato morto apparentemente per infarto. Parallelamente alla sua indagine privata Rocco dovrà tornare a lavorare sul caso della famiglia Berguet, che lo porterà a scenari più ampi rispetto a quelli iniziali di infiltrazione mafiosa. E mentre la storia tra Italo e Caterina comincia a vacillare, l'interesse per il vicequestore e il vice ispettore Rispoli si posiziona su un piano differente dalla pura attrazione fisica con conseguente confusione di Schiavone, già spaesato dalla mancanza del fantasma di Marina.
Un libro "denso", pieno di personaggi e vicende che si intrecciano tra loro, questo quarto romanzo di Manzini. Inizialmente parte un po' in lentezza ma poi tutto acquista il suo senso e, come sempre, non si riesce a smettere di leggere per il desiderio di comprendere gli scenari che di volta in volta si aprono nella narrazione. Ho apprezzato la storia, perfettamente agganciata alle vicende di "Non è stagione" e  il tormento di Schiavone, sia nello sciogliere entrambe le indagini, sia  in questa sua nuova confusione sul piano sentimentale.
Una lettura che mi ha emozionato e regalato, come mi è già accaduto con Manzini, momenti di puro divertimento. L'appuntamento con il vice questore è sempre per questa sera con la serie a lui dedicata, con me alla prossima recensione dell'ultimo libro, almeno per il momento, di Antonio Manzini   7/7/2007.

Il mio giudizio quattro stelle e mezzo su cinque.

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