Recensione "Cinque indagini romane per Rocco Schiavone" di Antonio Manzini

lunedì 13 marzo 2017

Titolo:Cinque indagini romane per Rocco Schiavone
Autore: Antonio Manzini
Pubblicato: 2016
Editore: Sellerio
Genere: Thriller
Pagine:256
Ebook: €9,90
Cartaceo: €14,00

Trama:

Questo volume riunisce i racconti pubblicati in diverse antologie di questa casa editrice, a partire da Capodanno in giallo. Raccolti assieme, permettono di ricostruire quello che può chiamarsi l’antefatto di un personaggio che ha oggi vasta notorietà letteraria, il vicequestore Rocco Schiavone. Un poliziotto tutt’altro che buonista, piuttosto eccentrico nei panni del nemico del crimine. Di mattina, per darsi lo slancio si accende uno spinello; quando capita, non disdegna qualche affaruccio con la refurtiva di un colpo sventato; è rozzo con tutti, brutale con i cattivi, impaziente con le donne. Ciononostante chi legge le sue avventure lo vorrebbe amico.
Per punizione, i comandi lo trasferiranno in mezzo alla neve di Aosta, dove sono ambientati i romanzi che gli hanno dato tanta notorietà. Intanto, nelle storie di questo volume, lo incontriamo prima del forzato trasloco. Sa che sta per dire addio alla città amata, ma non sa quale sia il suo destino. In questa incertezza, il passato lo stringe da ogni parte scolpendo il suo pessimismo, nutrendo la sua malinconia.

La mia recensione:

Leggere un libro con protagonista Rocco Schiavone per me è un po' come entrare in casa e ritrovare un odore familiare che ti avvolge in un'atmosfera rassicurante. L'effetto che suscita in me questo personaggio è straordinario. Non sono molti gli autori con cui ho avuto una simile intesa nella mia esperienza di lettrice ma con Manzini, e il suo Rocco, è stato amore da subito.
Ho trovato questo libro per caso, potrei definirlo un prestito "involontario", e per me è stato come recuperare un piccolo tesoro. L'ho letto avidamente e terminato nel giro di due giorni, avendo già letto tutta la serie delle storie di Aosta non potevo farmi scappare questi racconti romani.
Il libro è appunto una raccolta di cinque racconti, tutti bellissimi, ma ho scelto di parlarvi di uno in particolare,"L'accattone".
Il vice questore Schiavone, in forza al commissariato Colombo all'EUR, sa già che il provvedimento disciplinare che è stato deciso per lui non tarderà ad arrivare. Ad aggravare lo stato d'animo c'è il fatto che il capodanno è alle porte e questa festività, come molte altre del calendario, rappresenta da sempre per Rocco una  grande "rottura". Come noto le rotture non vengono mai sole e, malgrado sia il 30 dicembre, arriva anche il caso con il morto di fine anno.
La vittima è Mario Iatta un ragioniere ridotto a raccattare la spesa al mercato tra gli scarti del giorno. A farne il ritrovamento è il compagno di sventura Alfredo Bissolati, uno che nella scala sociale è messo ancora peggio della vittima. Se Mario andava a cercare tra gli scarti della frutta e verdura, Alfredo si accontenta anche degli scarti dello scarto. Il perché un pensionato che vive ai margini della società sia stato assassinato non è subito comprensibile per Schiavone, ma anche stavolta l'intuizione non tarderà ad arrivare e in tempo per festeggiare il capodanno.
Accompagnato dall'inevitabile nostalgia per chi non c'è più, e anche da un po' di amaro in bocca per chi dovrà consegnare alla giustizia, Schiavone va incontro a un nuovo anno.
Nonostante la brevità di queste storie Manzini riesce ad essere brillante e coinvolgente come sempre. I racconti, ambientati nel periodo romano precedente al trasferimento del vicequestore ad Aosta, risultano tutti ben costruiti. In sostanza il libro è quello che potremmo definire un "prequel", impostato sull'ultimo anno e mezzo trascorso da Rocco nell'amata Roma. Rispetto alle altre storie quella che ho scelto di raccontare, per quanto meno strutturata nell'indagine, mette in evidenza il lato umano del vicequestore, un aspetto che ho apprezzato anche nei libri precedenti. Il tormento è sempre lo stesso che ritroveremo anche nell'esperienza ad Aosta, forse in questo caso è solo stemperato dal fatto che Rocco vive ancora nella sua città e in quella grande casa che ha diviso con la moglie Marina.
Una segnalazione a parte merita l'ultimo racconto, "Rocco va in vacanza". Non ci sono indagini da seguire in questo divertente racconto ma si può apprezzare tutto il sarcasmo di Schiavone e la sua totale intolleranza agli scocciatori e ai prepotenti.
Come nei precedenti libri lo stile di Manzini rimane quello che già conosciamo, autentico e fluido nella narrazione, e il suo vicequestore fuori dagli schemi si conferma uno straordinario personaggio che incanta il lettore.

Lettura davvero consigliata. Il mio giudizio quattro stelle e mezza su cinque.

Alla prossima recensione.

 

Note sull'autore:


Lavora prevalentemente come attore cinematografico e televisivo. In TV ha interpretato fra gli altri ruoli l'"ispettore Tucci" in Linda, il brigadiere e... e "Serpico" in Tutti per Bruno.
Ha curato anche la sceneggiatura dei film Il siero della vanità (di Alex Infascelli del 2004) e Come Dio comanda (di Gabriele Salvatores del 2008).
Ha lavorato anche come regista in alcuni film e cortometraggi.
Ha pubblicato diversi racconti e romanzi gialli: Sangue Marcio e La giostra dei criceti sono i suoi primi lavori. Con Sellerio editore Palermo, Antonio Manzini dà alla stampa racconti e romanzi che hanno come protagonista il Vicequestore Rocco Schiavone poco attento al potere ed alle forme. Rocco Schiavone è il protagonista dei romanzi Pista Nera (2013), La costola di Adamo (2014) Non è Stagione (2015), Era di maggio (2015), 07-07-2007 (2016), oltre che di racconti presenti nelle antologie poliziesche Capodanno in giallo, Ferragosto in giallo, Regalo di Natale, Carnevale in giallo , Crisi in giallo, Turisti in giallo (racconto Castore e Polluce) e Calcio in giallo (alcuni dei quali poi raccolti nel volume Cinque indagini romane per Rocco Schiavone, vincitore del Premio Chiara 2016).
Il 20 Ottobre 2016 Chiarelettere pubblica il suo nuovo libro Orfani bianchi.
 


1 commento:

  1. Grazie! Sono contenta ti sia piaciuto il commento...ma con i libri di Manzini è un piacere scrivere dopo la lettura.
    Passerò volentieri a vedere il tuo blog.

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