Recensione "Le tartarughe tornano sempre" di Enzo Gianmaria Napolillo

sabato 20 agosto 2016

Titolo: Le tartarughe tornano sempre
Autore: Enzo Gianmaria Napolillo
Pubblicato: 2015
Editore: Feltrinelli
Genere: narrativa italiana
Pagine: 224
Ebook: € 9,99
Cartaceo: € 15,00





Sinossi:

Salvatore è nato quando in pochi conoscevano il nome della sua isola: un luogo di frontiera posto alla fine del mondo, con il mare blu e la terra arsa dal sole. È cresciuto sulle barche, vicino alle cassette di alici, con lo sguardo nell'azzurro, sopra e intorno a lui. Forse è lì che tutto è cominciato, tra ghirigori nell'acqua e soffi nel vento. Di sicuro è lì che ha conosciuto Giulia, anche se lei vive a Milano con i genitori emigrati per inseguire lavoro e successo. Da sempre Giulia e Salvatore aspettano l'estate per rivedersi: mani che si intrecciano e non vogliono lasciarsi, sussurri e promesse. Poi, d'inverno, tante lettere in una busta rosa per non sentirsi soli. Finché, una mattina, nell'estate in cui tutto cambierà, Giulia e Salvatore scoprono il corpo di un ragazzino che rotola sul bagnasciuga come una marionetta e tanti altri cadaveri nell'acqua, affogati per scappare dalla fame, dalla violenza, dalla guerra. Gli sbarchi dei migranti cominciano e non smettono più. L'isola muta volto, i turisti se ne vanno, gli abitanti aiutano come possono. Quando Giulia torna a Milano, il filo che la lega a Salvatore si allenta. La vita non è più solo attesa dell'estate e amore sincero, corse in spiaggia e lanterne di carta lanciate nel vento. La vita è anche uno schiaffo, un risveglio, la presa di coscienza che al mondo esistono dolore e differenze. Una scoperta che travolge i due ragazzi e che darà valore a tutte le loro scelte, alla loro distanza e alla loro vicinanza.

La mia recensione: 

Ero all'ultimo anno di liceo, il professore di storia durante una lezione ci disse che in Italia sarebbe giunto un momento in cui, per ragioni differenti, dall'Africa e non solo, sarebbero arrivati in tanti. Inizialmente noi non capimmo bene il senso di quelle parole. Un compagno chiese: "Perché dovrebbero venire e come arriveranno?". Il prof rispose: "Ragazzi usate la vostra intelligenza. Probabilmente non avranno alternative e il Mediterraneo sarà per loro una via di fuga".
Era il 1989.
L'aneddoto raccontato è la premessa necessaria all'introduzione di un libro come questo di Napolillo.
Un libro che parla di un'isola siciliana mai nominata, di due giovani ragazzi e di amore inteso come coinvolgimento emotivo, per le proprie radici e per la libertà.
E' la storia di Salvatore e Giulia che si conoscono da sempre e, durante le calde estati isolane, iniziano un amore che sarà poi fatto di attese, partenze e corrispondenza dalla busta rosa. Un amore che cresce malgrado la distanza. Giulia, infatti, torna nell'isola solo in estate mentre durante l'inverno vive a Milano dove studia e vive con i genitori. Salvatore è invece della sua isola, nel senso che gli appartiene e viceversa. Vive lì da sempre con i genitori, ama profondamente Giulia ma ama altrettanto l'isola e il suo mare. E proprio dal mare, in un giorno d'estate, Salvatore e Giulia verranno catapultati in quello che sarà, per l'isola e il mondo intero, l'inizio di una delle più grandi tragedie umane. La loro spensieratezza finirà lì su quella spiaggia, ma quel giorno d'estate sarà anche l'inizio della loro consapevolezza, di ciò che si può fare magari non ora ma forse più avanti. 
Nonostante il libro tratti in maniera marginale il tema della migrazione che fa da sfondo all'amore tra Salvatore e Giulia, Napolillo è riuscito ad integrarlo bene nella costruzione rendendolo decisivo per la loro storia nel finale del libro. 
Grazie allo stile ricercato e poetico la narrazione ha una forte componente emotiva. Ne risulta una storia che commuove e fa partecipare il lettore fino alla fine. Molto bello il personaggio di Salvatore con il suo amore concreto per Giulia, la sua volontà di tornare sull'isola nonostante tutto e di dare sostegno agli immigrati. Mi è piaciuto molto anche l'atteggiamento degli isolani che, malgrado i continui sbarchi abbiano compromesso la vita sull'isola, si offrono comunque in aiuto dei migranti. Da donna per metà del sud credo che nella realtà a Lampedusa sia andata effettivamente così...
"L'isola è di chi rimane e di chi arriva non di chi se va". 
Un bel libro che lascia parecchi spunti di riflessione. Mi ha ricordato la lungimiranza di quel professore di storia associata purtroppo ad un senso di impotenza di allora e di adesso.
Il mio voto quattro stelle su cinque.
   

4 commenti:

  1. Ho il romanzo sul comodino, mi riprometto sempre di leggerlo! la tua recensione è un motivo in più per farlo.

    RispondiElimina
  2. Grazie contenta che ti sia piaciuta.: )
    Un libro che merita di essere letto.
    Fammi sapere poi la tua opinione.
    A presto.: )))

    RispondiElimina
  3. Io l'ho adorato ed ho pianto taaaantooo!
    ciao
    Roberta

    RispondiElimina

Translate

Powered by Blogger.
 
FREE BLOGGER TEMPLATE BY DESIGNER BLOGS